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Come possono gli animali rappresentare movimenti economici e finanziari, strategie di investimento o addirittura strette economiche? Ecco spiegato l’origine dei due animali più famosi di Wall Street.

1) Lo zoo della finanza


L’uso di termini tecnici e talvolta simbolici è sempre stata una caratteristica di espressione nel mondo della finanza. In particolare, il linguaggio della finanza è ricco di animali (figurati) ed ognuno ha significati tecnici ben precisi, con allusioni vere e proprie agli animali presi in considerazione.

Questo zoo finanziario presenta un’ampia lista, dai cigni ai rinoceronti, dai falchi alle colombe, dai tori agli orsi fino anche agli unicorni. Già con John Maynard Keynes, uno dei più grandi economisti della storia agli inizi del 900,  si inizia a parlare di “spiriti animali” nel mondo dell’economia e della finanza, per indicare quell’insieme di emozioni istintive che guidano le decisioni umane. Sono pochi però gli animali conosciuti generalmente nel pubblico, fra questi sicuramente spiccano l’orso e il toro, i due animali simbolo dell’andamento del mercato e dei suoi diretti speculatori. Infatti, non a caso nei pressi di alcune delle principali Borse mondiali vi sono rappresentazioni o statue di questi animali e non di cigni o unicorni, come quelle nei pressi della Borsa di Francoforte o più famoso ancora il toro di bronzo di Arturo Di Modica a New York a ridosso della Borsa Wall Street.

bull market

2) La simbologia


In gergo si parla di “bull market” o “Bear market”, quindi di una fase di rialzo dei mercati o di una fase di ribasso dei mercati stessi. Ma perché il toro indica i rialzi e l’orso l’opposto? La spiegazione più ovvia e forse più pratica la troviamo con un diretto riferimento agli attacchi di questi animali:

Quando un toro attacca utilizza le corna partendo dal basso verso l’alto mentre l’orso colpisce con gli artigli con un movimento dall’alto verso il basso.

Se però si va alla ricerca dell’origine storica dalla diffusione di questi termini, ci si perde in tante teorie ma in poche certezze. Non è sicuro quale sia stata l’origine e il primo utilizzo di tali termini in ambito finanziario. Probabilmente, si narra che, il termine “toro” (mercato rialzista) derivi della nascita della Borsa nelle Fiandre. Il termine sarebbe stato utilizzato nelle riunioni strategiche per determinare il valore delle merci e delle valute. Tali riunioni si tenevano a Bruges tra il 300’ e il 400’, presso il palazzo “Ter Buerse“ costruito dalla famiglia Van Der Bourse (da cui si ipotizza derivi il termine “borsa” ). A causa dei termini monosillabici utilizzati dai compratori: quello associato al toro sarebbe stato molto vicino al verso dell’animale.

market

Alcune delle ipotesi invece fanno riferimento all’epoca di Elisabetta I, mentre altre ai mercati di pellicce d’orso e romanzi di Daniel Defoe. Nel prossimo paragrafo, andremo alla scoperta delle 4 principali ipotesi dell’origine di tale nomenclatura. Continua a leggere!

3) Le origini: 4 ipotesi

 

  1. Il periodo Elisabettiano: L’ipotesi che trova spiegazione nell’uso dei termini “Bull” e “Bear” risalente al periodo elisabettiano forse possiamo definirla come associazione di idee che secondo alcuni esperti ha dato vita alle espressioni moderne riguardanti i mercati finanziari. Come già detto, è il movimento di attacco dell’animale essere simbolo dell’andamento del mercato, ma che all’epoca erano solo motivo di spettacolo in combattimenti barbari dove tori e orsi venivano incatenati e costretti a lottare contro dei cani e le proprie tecniche di attacco erano appunto definite “bull-beating” o “bear-beating”. Basti pensare che già allora c’erano scommesse sul possibile vincitore del crudele combattimento
  2. I venditori di pellicce: Riguardante l’orso c’è un’altra interessante teoria con riferimento ai venditori di pelli dorso che storicamente compravano le pelli a prezzi standard e di conseguenza guadagnavano quando si registrava un calo del valore delle pelli vendute dai vari cacciatori, dato che la differenza tra il loro valore di acquisto e quello di vendita cresceva, così il loro profitto aumentava esponenzialmente; questo è ciò che oggi potremmo definire spread. Da qui deriva l’esenzione anglosassone “Non vendere la pelle dellorso prima di averlo ucciso”.
  3. L’origine nella Letteratura: Approdando nel mondo della letteratura, Daniel Dafoe, celebre romanziere inglese, utilizzò il termine orso in un senso molto vicino a quello attuale: in “The Anatomy of Change Alley”, Dafoe afferma che gli acquirenti del mercato di Alley sono una sorta di “venditori di pelli d’orso”, ossia speculatori, anche in riferimento alla teoria precedente. L’Exchange Alley era un mercato in un vicolo di Londra dove si poteva trovare di tutto e in cui prevaleva l’acquisto speculativo nei momenti di ribasso del mercato.
  4. La bolla della South Sea Company: Infine troviamo l’uso della parola orso direttamente riferito a un mercato ribassista con la bolla della South Sea Company, ovvero una compagnia nata nel 1711 che siglò un accordo per l’acquisto del debito di guerra britannico con la Corona inglese, un accordo dal valore di 10 milioni di sterline dell’epoca, chiedendo in cambio un interesse annuo da parte dello Stato del 6% e del monopolio del commercio con le colonie spagnole del Sudamerica. Questo rischiosissimo approccio speculativo prese una brutta piega dato che la compagnia continuò ad emettere azioni a prezzi crescenti, oggi detto rapporto utile per azione, causando una discesa con conseguente disfatta totale; famosa anche per le 20.000 £ perse dal noto scienziato Isaak Newton che vide sfumare via via i risparmi di tutta la sua vita. L’anno stesso della disfatta venne emanato il “Bubble Act” dove si vietarono le società per azioni senza l’approvazione della Corona per limitare le speculazioni finanziarie.

Si potrebbe affermare che la successione e l’unione di queste ipotetiche origini siano un’unica e logica spiegazione per l’uso odierno dei termini Bull e Bear, ma questo potrebbe risultare una forzatura non necessaria. Ciò che importa, forse, non sono le origini ma il saper riconoscere, per un investitore, quando effettivamente ci si trova in un Bull o in un Bear market e saper gestire le proprie operazioni finanziarie di conseguenza, magari non entrando in spirali speculative come fece il povero Newton.


E tu conoscevi le origini di Bull and Bear?
Dicci la tua nei commenti qui sotto e leggi l’articolo “TECNICHE DI INVESTIMENTO: Quali sono le più efficaci?” su SuitUpBlog 🙂
Articolo in collaborazione con LeoFinance, solida community con un solo obiettivo: aumentare l’educazione finanziari in Italia!

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