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La strategia “buy and hold” è storicamente una delle più proficue e utilizzate dagli investitori nel panorama finanziario; tuttavia, alcune circostanze economiche stanno cambiando le regole del gioco. Potrebbe essere arrivata la fine del “Compra e Tieni”?

1) Strategia Buy and Hold: Cos’è


La strategia “Compra e Tieni” o nel gergo tecnico “Buy and Hold” è una tecnica d’investimento semplice ed efficace che ripara la maggior parte degli investitori dai danni al proprio capitale generati dal tempismo (market timing) e dalla selezione dei titoli (stock-picking) sul mercato finanziario. In effetti, entrambe le due soluzioni alternative sono piuttosto complesse da mettere in pratica dall’investitore medio, ancor di più in momenti di ribasso del mercato e di alta inflazione.  

Nel libro “The Intelligent Investor”, Benjamin Graham, uno degli investitori più influenti di tutti i tempi e mentore di Warren Buffett, ha sancito una diffusa evidenza del fatto che: tentare di prevedere quali asset finanziari registreranno una performance al di sopra delle attese, e quando lo faranno, è una strategia perdente nella maggioranza dei casi (90%). Anche i manager dei migliori fondi d’investimento attivi raramente riescono a sfruttare il market timing e lo stock-picking in maniera profittevole e costante nel lungo periodo. L’alternativa da adottare per non ottenere rendimenti al di sotto della media del mercato è sempre stata quella di accettare i rendimenti assicurati dal mercato investendo in strumenti finanziari tramite la strategia “Compra e Tieni (Buy and Hold). A tal proposito, di seguito si riporta un grafico esplicativo che analizza la netta differenza tra la strategia d’investimento “buy and hold” tramite ETF e un investimento con fondo attivo utilizzando strategie multiple come market timing e stock-picking su un capitale investito di 50.000 euro con orizzonte temporale di 15 anni ed un ritorno medio del 5%.


Di fatto, la strategia di investimento “buy and hold”, chiamata anche Position Trading per il mantenimento costante della posizione, si basa su un principio valido quanto semplice: acquistare titoli finanziari  di valore per tenerli sul lungo termine in periodi che vanno dai 5 ai 50 anni, al fine di aumentare il ritorno sull’investimento nel tempo e tenere sotto controllo perdite e volatilità. In particolare:

  • Compra (Buy): Si tratta della prima parte dell’equazione. Il principio fondamentale è l’asset allocation strategica, ossia la ripartizione del patrimonio in diverse classi di strumenti finanziari sulla base del proprio orizzonte temporale e della tolleranza al rischio. L’elemento fondamentale di questa strategia è che l’allocazione di riferimento non deve, in nessun modo, basarsi sulla previsione del futuro andamento dei mercati. Al contrario, essa dovrà incorporare il presupposto che il futuro è incerto, e che il miglior portafoglio è quello che riesce ad ottenere dei buoni ritorni anche in scenari economici diversi (crescita, decrescita, inflazione, deflazione);
  • Tieni (Hold): Ignora le turbolenze del mercato e non commettete mai l’errore di vendere i tuoi asset finanziari prima di aver raggiunto il momento dettato dalla tua strategia, solamente perché le tue attività sono scese (drawdown). Rimanere fedeli alla propria strategia è essenziale nella strategia “buy and hold”. Non apportare modifiche ai propri investimenti nelle fasi critiche di mercato è assolutamente difficile; tuttavia, è la cosa giusta da fare. In particolare, sono due le pulsioni da tenere sotto controllo:
    • la ricerca dei settori che secondo l’investitore presentano le opportunità migliori per il futuro;
    • la paura che il ribasso sia una spirale senza fine.

2) Strategia Buy and Hold: Funziona ancora?


Compreso cos’è il “buy and hold” nella sua semplicità ed efficacia, è ora arrivato il momento di chiederci se, in uno scenario economico-finanziario così moderno, più complesso e volatile che mai, abbia ancora senso parlare della nota strategia d’investimento “buy and hold”, oppure è il caso di utilizzare la parola “fine”. In sintesi, questa strategia “reggerà” nei prossimi anni? Questo è il quesito che analizzeremo in questo paragrafo. Continua a leggere!

Il dubbio principale che fa sorgere con forza questa domanda deriva dal fatto che, possiamo raccontarcela come vogliamo, ma i mercati finanziari attuali sono strettamente collegati alle politiche monetarie delle principali banche centrali del mondo. Per anni gli investitori si sono concentrati su fattori quali il PE ratio (price/earning) o sui multipli di mercato per valutare la convenienza di investire negli strumenti finanziari tenuti sotto il proprio radar; tuttavia, in uno scenario macroeconomico delicato come quello moderno, togliendo la liquidità erogata costantemente dalle banche centrali, i mercati azionari si “sgonfiano” inesorabilmente. In effetti, analizzando gli ultimi anni di esercizio dei mercati finanziari, notiamo che le banche centrali americane ed europei in primis hanno applicati forti politiche monetarie espansive volte ad “inondare” i mercati di liquidità fresca da essere investita. Si pensi, solamente a titolo di esempio, il noto “quantitative easing” di Mario Draghi come tecnica di ultima istanza per far ripartire l’economia, aprendo di fatto i rubinetti della liquidità.

Molti tra gli analisti finanziari, infatti, prevedono che nei prossimi anni il mercato sconterà sempre di più a ribasso la mancanza di liquidità sui mercati a causa delle politiche restrittive che le banche centrali mondiali hanno già preannunciato e in vari casi iniziato ad adottare. È dunque la fine del florido periodo rialzista spinto dalla liquidità? E con esso, anche la strategia “buy and hold” accuserà forti pressioni? Una cosa è certa: le banche centrali del mondo hanno ormai dalla loro parte poche cartucce da poter usare in termini di immissione di nuova liquidità come tecnica salva borse. Le cause sono molteplici, a partire dai mutevoli eventi macro che stanno cambiando le dinamiche di mercato (covid, guerre, catastrofi naturali), l’inflazione incontrollata, oltre che la “guerra” valutaria contro l’egemonia del dollaro esercitata da parte di Cina, Russia e i paesi del BRICS. Quindi, qual è la conclusione a cui noi investitori consapevoli possiamo arrivare? Scoprilo nelle conclusioni.

3) Conclusioni


Dopo aver scoperto cos’è e quali sono le principali criticità della strategia “Compra e Tieni”, si può tranquillamente dedurre che tale strategia potrà dare validi risultati solo nel lungo termine, a patto però che si scelgano titoli caratterizzati da stabilità e autorevolezza. Tra i più rilevanti punti di forza si possono infatti citare:

  • Tendenza storica di rialzo di mercato tra 7 e 10 anni;
  • Modifica titoli in portafoglio minimo o nullo;
  • Elevata possibilità di diversificazione;
  • Equilibrio tra titoli a rischio elevato e rischio minore.

Occorre però valutare il delicato punto debolezza legato alla volatilità dei mercati in caso d’investimenti precedenti a grandi recessioni economiche, quando i valori azionari potrebbero subire brusche oscillazioni rispetto alle condizioni “normali” di mercato. Altro elemento da prendere in considerazione è la necessità di grandi quantità di capitale per poter puntare su più titoli contemporaneamente diversificando. A conti fatti, la strategia “buy and hold” è riconosciuta tra le migliori strategie d’investimento su grande scala, ma affinché sia applicata con successo richiede pazienza e determinazione, solo così si avrà la possibilità di rimanere fedeli alla propria strategia.


E tu utilizzi la strategia buy and hold per i tuoi investimenti? Faccelo sapere nei commenti qui sotto e leggi l’articolo “TECNICHE DI INVESTIMENTO: Quali sono le più efficaci?” su SuitUpBlog 🙂
Articolo redatto dal consulente digitale Leonardo Papaveri!

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