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Gli ETF o Exchange Traded Fund sono uno dei migliori strumenti finanziari in cui investire per massimizzare il profitto e ridurre al minimo i costi, tuttavia, alcuni ETF presenti sul mercato sono assolutamente da evitare perché dannosi per i nostri portafogli. Quali? Vediamolo!

1) Che cos’è un ETF


Un ETF (Exchange Traded Fund) è una quota di un fondo indice quotato in borsa. I fondi indice sono fondi comuni di investimento aperti e indicizzati. E cioè replicano fedelmente l’andamento di un indice di mercato. La caratteristica peculiare dei fondi indice è quella che viene chiamata gestione passiva. I gestori del fondo, cioè, non acquistano quello che vogliono, ma tengono nel portafoglio del fondo gli stessi titoli che compongono l’indice di riferimento (benchmark) e nel medesimo peso percentuale. Lo scopo di un ETF è quindi quello di replicare l’andamento di un determinato indice (azionario, obbligazionario, etc).

2) Perché investire in ETF


Gli ETF sono fondi di investimento che replicano l’andamento di un indice o di un paniere di asset. Sono strumenti di investimento molto diffusi perché offrono diversi vantaggi. Ecco i principali:

  • Bassi costi: gli ETF hanno generalmente spese di gestione e commissioni di negoziazione molto basse rispetto ai fondi comuni di investimento a gestione attiva che vengono invece venduti dai consulenti finanziari in banca. Ciò li rende particolarmente interessanti per gli investitori che cercano una soluzione di investimento a basso costo;
  • Liquidità: gli ETF sono quotati in tutte le principali borse mondiali allo stesso modo di azioni ed obbligazioni, quindi, possono essere acquistati o venduti come qualsiasi altro strumento finanziario regolamentato. Ciò significa che è possibile entrare o uscire da un investimento in ETF in modo del tutto rapido e facile;
  • Diversificazione: gli ETF replicano l’andamento di un indice o di un paniere di asset, offrendo di conseguenza una diversificazione piuttosto ampia rispetto ad altri prodotti finanziari come ad esempio le azioni. Investire in un paniere di titoli di per sé è molto meno rischioso che investire tutto in un unico titolo finanziario. Infatti, ciò riduce il rischio di investimento totale e aumenta la stabilità a lungo termine del rendimento;
  • Trasparenza: le società emittenti di ETF sono obbligate per legge a pubblicare regolarmente informazioni dettagliate sulla composizione del loro portafoglio gestito, sui rischi e le opportunità derivanti dall’acquisto di un ETF attraverso il KID (Key Information Document). Il che significa che gli investitori possono conoscere esattamente in cosa stanno investendo in modo del tutto trasparente. L’obiettivo è quello di rendere l’investitore europeo più consapevole dei propri investimenti.

Naturalmente, anche questo prodotto finanziario presenta alcuni svantaggi sostanziali che devo essere compresi nel dettaglio prima di decidere di iniziare ad investire in ETF. Per questo motivo, ti consiglio di approfondire i principali pro e contro degli ETF in questo articolo.

3) ETF da evitare: Quali sono?


Sotto il “cappello” del nome ETF si nascondono sia ottimi prodotti finanziari per i quali vale la pena approfondire e riflettere da un punto di vista d’investimento dei propri risparmi, sia prodotti che non sono assolutamente adatti ad un risparmiatore medio, il quale come obiettivo ultimo ha solo quello di massimizzare il rendimento dei suoi soldi riducendo al minimo i rischi di perdita del capitale. Per questo motivo, di seguito si riportano alcune tipologie di ETF da evitare:

  • ETF SHORT: Al primo posto tra gli ETF da evitare ci sono quella tipologia di Exchange Traded Fund che vanno “short” sul mercato, quindi, parliamo di quei prodotti che “scommettono” sulla discesa del mercato finanziario, da qui la parola “shortare”. Tali ETF vengono utilizzati per guadagnare in caso di ribasso del mercato, tuttavia, dato che nel lungo periodo i mercati finanziari hanno dimostrato negli anni che tendono sempre a salire, scommettere al ribasso significa individuare correttamente il momento preciso in cui il mercato scenderà, cosa praticamente (quasi) impossibile per gli investitori istituzionali, figuriamoci per gli investitori retail. Investire in ETF short significa fare speculazione sui mercati, non investire a lungo termine. Di seguito possiamo notare come i momenti in cui il mercato (S&P 500 per semplicità) è rialzista, in verde, sono molti di più rispetto ai ribassi (in rosso).

  • ETF A LEVA: Al secondo posto tra i peggiori ETF in cui investire ci sono senza alcun dubbio gli ETF a leva. Sono fondi di investimento che utilizzano la leva finanziaria per aumentare l’esposizione al mercato e il potenziale di rendimento/perdita. Ciò viene ottenuto attraverso l’utilizzo di derivati per amplificare l’impatto delle variazioni del prezzo dei titoli che compongono il paniere di asset dell’ETF (es. ETF a leva x2 sul Nasdaq). Gli ETF a leva sono uno strumento di investimento aggressivo, poiché il loro utilizzo può portare a rendimenti più elevati, ma anche a perdite molto più elevate in caso di mercato a ribasso.
  • ETF TEMATICI: Alla terza posizione del podio tra i peggiori ETF in cui investire ci sono i cosiddetti ETF tematici o settoriali, cioè esposti a un particolare tema o settore d’interesse seguendo di fatto i nuovi trend sociali, tecnologici o economici del momento. Si rivolgono spesso a specifiche nicchie di mercato (es. robotica, AI, energie rinnovabili, etc.) e sono utilizzati dagli investitori per personalizzare il portafoglio con temi di interesse personale. Tuttavia, gli ETF tematici cercano di capitalizzare sulle tendenze emergenti e, si spera, redditizie. Gli emittenti, infatti, puntano a temi accattivanti e talvolta controversi come le crypto o la cannabis per ottenere molti consensi. Tuttavia, una buona storia non coincide sempre con un buon investimento. In effetti, tali ETF portano con sé una seria di criticità da non sottovalutare come: bassa diversificazione, costi maggiori, tempismo dell’investimento sbagliato e una vita utile dell’ETF piuttosto bassa nella maggior parte dei casi. Per approfondire gli ETF tematici dai un’occhiata a questo articolo;
  • ETF A GESTIONE ATTIVA: Alla quarta posizione, con la medaglia di legno, si classificano gli ETF a gestione attiva, poco popolari (per fortuna) in Italia ed in tutta Europa, mentre sono molto utilizzati e pubblicizzati negli Stati Uniti. Uno dei più popolari ETF a gestione attiva attualmente in commercio è quello emesso dal fondo Ark Invest di Cathie Wood. Questi strumenti, anche se riprendono alcune caratteristiche interessanti degli ETF standard, come i bassi costi e l’alta trasparenza, peccano invece di uno degli elementi distintivi intrinsechi degli ETF e cioè la gestione passiva. Infatti, l’andamento di questi prodotti finanziari è strettamente correlato alle strategie d’investimento del manager a capo del fondo d’investimento. Il cosiddetto “rischio manager” presente come criticità nei fondi d’investimento attivi, viene ripreso totalmente dagli ETF a gestione attiva. Di conseguenza, se la persona in carica del fondo non è abbastanza competente da battere il mercato o benchmark di riferimento con le sue intuizioni e scelte d’investimento, il rischio di ottenere delle performance più basse rispetto al mercato è molto elevato.

gestione attiva vs passiva


E tu investi già in uno o più ETF da evitare? Quali?
Faccelo sapere qui sotto nei commenti e leggi l’articolo “Come SCEGLIERE i migliori ETF da comprare” su SuitUpBlog 🙂
Articolo redatto dal consulente digitale Leonardo Papaveri!

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