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È capitato a chiunque sia titolare di un conto corrente oppure un libretto di risparmio bancario o postale, di leggere a ogni rendicontazione la voce “Imposta di bollo”, vediamo allora cos’è e quando sia possibile non pagarla


Su una cosa cari lettori siamo tutti d’accordo, alle tasse non si sfugge, a maggior ragione se si vive in un paese come l’Italia in cui la pressione fiscale (quota del reddito prelevato dallo Stato e dagli enti locali territoriali allo scopo di finanziare la spesa pubblica) è una tra le più alte al mondo. In particolare, a darci un quadro completo della pressione fiscale nei paesi europei in base ai dati del 2018 è l’Eurostat che ha stilato la classifica UE sulla pressione fiscale totale in rapporto al PIL. Come potrete sicuramente immaginare tra i 27 paesi membri, l’Italia risulta essere tra i primi posti (settimo) con ben 42% di pressione fiscale in rapporto al PIL, peggio di noi solamente paesi come la Svezia, Austria, Finlandia, Belgio, Danimarca e Francia i quali hanno storicamente un elevato livello di tassazione interna a fronte, però, di un notevole ritorno per i cittadini in termini di benessere e servizi offerti allo Stato.

Tasse in EU

Una delle imposte più “odiate” da tutti gli italiani da anni è senz’altro l’imposta di bollo su conti correnti e conti deposito, introdotta per la prima volta nel 2011 dal decreto “Salva Italia” durante il governo Monti, la norma ha fissato l’obbligatorietà di pagamento di un importo fisso pari a 34,20 euro l’anno per le persone fisiche e di 100,00 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche, ad esempio le aziende.

Il focus di questo articolo è quello di far comprendere al maggior numero di persone possibile in che modo è possibile NON pagare l’imposta di bollo e ridurre così una delle tante tasse che lo Stato italiano ci impone ogni anno. Per far ciò, andremo a dividere il presente articolo in 3 parti principali così da capire meglio ogni suo aspetto:

  1. Funzionamento della tassazione;
  2. Calcolo dell’imposta di bollo;
  3. Come non pagare l’imposta di bollo

1) FUNZIONAMENTO DELLA TASSAZIONE

In primis è importante comprendere come sono ad oggi strutturate le tasse in questo campo, nel dettaglio possiamo osservare che esistono per legge 2 tipologie di rendicontazioni (cioè quanto frequentemente un soggetto è obbligato a pagare l’imposta di bollo):

  • Rendicontazione TRIMESTRALE: Il pagamento delle imposte avviene ogni 3 mesi (4 volte l’anno) e si dovrà versare ¼ dell’importo totale (8,55 euro). Questa rappresenta la modalità di rendicontazione standard tra tutte le banche italiane;
  • Rendicontazione ANNUALE: Il pagamento delle imposte avviene una volta l’anno in data 31 dicembre e l’importo da versare sarà quello complessivo di 34,20 euro. Questa rappresenta la modalità di rendicontazione non standard tra le banche italiane e proprio per questo è anche la più conveniente per i correntisti (tutti noi) come vedremo più nel dettaglio nel proseguo di questo articolo.

2) CALCOLO DELL’IMPOSTA DI BOLLO:

Il calcolo di tale imposta avviene in maniera differente per i 2 prodotti finanziari in analisi:

  • Conto corrente: La legge prevede che l’importo di 34,20 euro verrà dedotto dal c/c del correntista nel caso in cui quest’ultimo abbia una giacenza media > 5000 euro.
    Per giacenza media si intende “intervallo di tempo in cui una data somma di denaro rimane depositata in un conto corrente o utilizzata a debito dal cliente”. Ciò significa che giorno per giorno il c/c deve avere un saldo > di 5000 euro per essere costretti a pagare la sopra citata imposta. Dunque in caso di rendicontazione trimestrale la giacenza media viene calcolata e valutata dalla banca ogni 3 mesi e se nei 3 mesi in analisi abbiamo avuto un saldo di conto > 5000 euro ci verrà decurtato ¼ dell’importo totale, mentre in caso di rendicontazione annuale la valutazione da parte della banca del saldo avviene una sola volta l’anno, il 31 dicembre, e si pagherà l’imposta solo nel caso in cui in tutto l’anno si è avuta una giacenza media > 5000 euro.

Imposta di bollo c/c

A questo punto molti di voi avranno già intuito come poter evitare di versare tali somme alla propria banca, ma andiamo avanti e scopriamolo insieme!

  • Conti Deposito: Per i conti deposito il calcolo dell’imposta di bollo è leggermente diversa dai c/c, infatti la legge prevede che ci sia trattenuto lo 0,20% del valore del saldo che si ha nel proprio c/deposito alla data prevista dalla rendicontazione. Allo stesso modo che nel c/c, dunque, in caso di rendicontazione trimestrale si andrà a versare ogni 3 mesi lo 0,20%/4 dell’importo presente nel conto (con un importo minino di 1 euro a trimestre), al contrario in caso di rendicontazione annuale si andrà a versare lo 0,20% dell’intero importo presente nel conto al 31 dicembre di ogni anno (con un importo minimo di 1 euro l’anno).

Avete capito il “trucco” legale per non pagare l’imposta di bollo in entrambi i casi vero?

3) COME NON PAGARE L’IMPOSTA DI BOLLO

Beh direi che ci siamo, ora possiamo di fatto svelare l’arcano e finalmente tutti voi, cari lettori, potrete smettere di pagare una delle tante odiate tasse imposte dallo Stato italiano.

  • Conto corrente: Se la giacenza media del nostro c/c è < 5000 euro al 31 dicembre di ogni anno (rendicontazione annuale) o se la giacenza media del nostro c/c è < 5000 euro al termine di ogni trimestre dell’anno la banca non ci addebiterà alcuna somma, in quanto abbiamo di fatto aggirato la legge in modo legale. Per completezza, è bene ricordare che la legge prevede inoltre la possibilità di non pagare l’imposta di bollo in caso di ISEE < 7500 euro annui.
  • Conti Deposito: Se il saldo del conto deposito al 31 dicembre di ogni anno sarà < 5000 euro, anche in questo caso, non ci verrà detratta alcuna somma come imposta di bollo. Per far ciò, sarà sufficiente compiere un bonifico in uscita alcuni giorni prima della data di verifica del saldo da parte della banca per evitare l’imposta e successivamente nell’anno nuovo re-importare le somme ritirate nel nostro c/deposito per continuare a beneficiare degli interessi.

In conclusione, la rendicontazione annuale risulta essere SEMPRE meglio di quella trimestrale per entrambi i prodotti finanziari analizzati e per ottenerla sarà sufficiente contattare la vostra banca e farne esplicita richiesta (ricordatevi che è un vostro diritto per legge). Inoltre, un suggerimento che mi sento di darvi a questo punto dell’articolo, è quello di effettuare il bonifico in uscita dal vostro c/c o c/deposito per approfittare di questo “trucco” per tempo (non oltre il 10/12), in quanto il mese di dicembre è per antonomasia un mese “caldo” pieno di scadenze e le tempistiche della vostra banca potrebbero risultare lunghe. 


N.B.
Per approfondire il tema della tassazione in Italia e scoprire delle strategie concrete di risparmio fiscale, il Team SuitUp ti suggerisce “Soluzione Tasse” a cura della nota casa editrice Rizzoli

Dicci la tua nei commenti qui sotto, leggi l’articolo “6 Trucchi per pagare meno Tasse su SuitUpBlog e contattaci via mail per una consulenza su queste o altre tematiche di finanza personale: suitupblog@outlook.it
Articolo redatto dal consulente digitale Leonardo Papaveri!

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