IVY PORTFOLIO per l’ITALIA: ETF e Analisi Rendimenti!
1) Cos’è e Come funziona l’Ivy Portfolio
Tra i vari portafogli statici o lazy portolio che hanno riscosso molto successo oltreoceano, sicuramente c’è il cosiddetto “Ivy Portfolio” di Meb Faber. Il modello in questione è illustrato in un libro scritto dallo stesso Faber in collaborazione con Eric W. Richardson che prende appunto il nome dal portafoglio e nel quale vengono dettagliate e raggruppate le strategie di investimento di due celebri Università americane, Yale e Harvard.
La filosofia d’investimento presentata dall’autore risulta essere, senza alcun dubbio, una delle più aggressive tra i lazy portfolio già analizzati in questo blog, in effetti ha fatto registrare in passato un’alta volatilità all’intero portafoglio, soprattutto nelle fasi di rallentamento e recessione economica; viceversa, lo rende molto performante nelle fasi di aumento dell’inflazione ed espansione economica.
2) Composizione del Portafoglio
Meb Faber ha costruito un portafoglio ad alti rendimenti e altrettanti rischi che investe la medesima percentuale in 5 differenti asset class. Ecco la sua asset allocation:
- 20% Azionario Usa;
- 20% Azionario mondiale;
- 20% Titoli di stato Usa scadenza intermedia (5-7 anni);
- 20% Commodities;
- 20% Immobiliare (REIT)
Rispetto ai precedenti Lazy porfolio (Permanent Portfolio, Portafoglio All Seasons, Golden Butterfly) che abbiamo esaminato in questo blog, il Portafoglio Ivy presenta due asset incrementati in termini di percentuale di allocazione sul totale, stiamo parlando dei REIT e delle Materie Prime. Nel portafoglio di Faber, questi due asset hanno lo scopo di aiutare a ridurre la volatilità e il rischio del portafoglio, considerando il rischio idiosincratico del mercato immobiliare e la performance storica bassa delle materie prime.
Generalmente, il portafoglio creato da Meb Faber viene facilmente riprodotto ed implementato in America utilizzando i seguenti ETF:
Tuttavia, come è facile intuire, per noi investitori retail europei e italiani non è possibile tradare gli ETF della lista sopra riportata in quanto tali fondi sono “riservati” ai residenti negli Stati Uniti d’America. Ovviamente questo aspetto non ci spaventa, infatti noi di SuitUp abbiamo selezionato per voi i migliori ETF disponibili dalla nostra penisola equiparabili agli americani così da dare la possibilità alla nostra community di lettori di beneficiare allo stesso modo dei rendimenti espressi dall’Ivy Portfolio senza sforzi aggiuntivi. Vai al quinto paragrafo se vuoi conoscere la lista degli ETF, ma non prima di aver scoperto il rendimento fornito dal portafoglio nella prossima sezione.
3) Rendimenti del Portafoglio
Negli scorsi paragrafi abbiamo compreso le potenzialità di questo portafoglio prevalentemente per la sua notevole esposizione all’azionario e l’utilizzo di altri asset più difensivi (es. REITS e Bond). Tuttavia, come ogni buon investitore conosce bene, non può esistere un ottimo investimento senza delle ottime performance in termini di rendimenti passati ed attesi; per questo motivo di seguito si riporta un grafico che mostra i principali rendimenti storici dell’Ivy Portfolio dal 1986 ad oggi con oltre 30 anni di analisi dei ritorni economici.
Dal 1986 a oggi questo portafoglio ha avuto un rendimento annualizzato del 8.38% circa, ciò significa che 1.000 dollari investiti nel 1986 sarebbero diventati circa 18.999,55 oggi. A questo vanno poi sottratte ovviamente le spese, tasse e inflazione. Volendo analizzare il rendimento del portafoglio al netto dell’inflazione scopriamo che il rendimento medio passa al 5,47% annuo. Cosa interessante da tenere in considerazione quando si analizza questo portafoglio è che, nel periodo preso in considerazione, abbia fatto registrare drawdown piuttosto importanti, come possibile verificare dall’immagine sottostante, arrivando a toccare anche il -45% durante la crisi finanziaria del 2008.
Possiamo quindi dedurre che l’Ivy Portfolio conferma di essere un portafoglio estremamente performante nelle fasi di mercato positive a costo però di una volatilità molto alta battendo in testa, come è ovvio, nelle fasi recessive. E tu sei spaventato da un forte ribasso? In caso la risposta sia NO, l’Ivy Portfolio può fare al caso tuo!
A questo punto però, è rimasto un ultimo interessante confronto da svolgere prima di addentrarci nella preziosa lista degli ETF che compongono il portafoglio, e cioè quella di mettere a paragone l’Ivy Portfolio con il noto S&P 500 index, il principale indice americano che comprende le 500 aziende statunitensi maggiormente capitalizzate, oggi benchmark di tutti i più grandi e importanti fondi di investimento al mondo. Il paragrafo quarto ci svelerà chi è migliore tra i due.
4) Ivy Portfolio VS S&P500
Molte ricerche mostrano come solo l’1% circa dei trader attivi riescono realmente a superare la performance dell’indice di riferimento più popolare al mondo, l’indice S&P 500; per questo motivo ad oggi viene considerato da molti lo standard da battere in termini di rendimenti ottenuti per ritenersi degli ottimi investitori. Compresa la forte valenza dell’indice americano è arrivato il momento di metterlo a confronto con il portafoglio ideato da Meb Faber per renderci conto delle loro differenze principali.
Nel grafico sottostante sì riporta il rendimento dell’Ivy Portfolio (linea blu) dal 2002 ad oggi raffrontato con quello dello S&P 500 (linea arancione).
Confrontato con tale benchmark (al 100% azionario), l’Ivy Portfolio ha avuto performance addirittura superiori per lunghi tratti (2006-2014), pur avendo fatto segnalare un rendimento nettamente inferiore rispetto allo S&P 500 dal 2016 al 2022 a fronte di un drawdown massimo quasi equivalente all’indice USA. In definitiva, possiamo dire che, questa soluzione d’investimento è adatta a quell‘investitore propenso al rischio che vuole però trarre vantaggio dalla maggiore diversificazione che questo portafoglio offre rispetto ad un puro e semplice investimento nell’azionario americano.
5) ETF da utilizzare in Italia
Per replicare l’Ivy Portfolio per noi investitori retail residenti in Italia, noi di SuitUp abbiamo individuato 5 validi ETF che possono fare al caso nostro allo scopo di ricreare al meglio il noto portafoglio, ottimizzandolo per l’Italia. Si riportano, quindi, la lista e le principali caratteristiche degli strumenti finanziari selezionati.
Di seguito l’elenco completo degli ETF individuati per l’Italia, allo scopo di ricreare l’Ivy Portfolio in un’ottica globale (non solo USA):
- iShares Core S&P 500 UCITS ETF (Acc) – CSSPX
- costo di gestione: 0,07%
- replica fisica totale
- patrimonio: 53.808 milioni di euro
- volatilità: 17,46%
- data quotazione: 2010
- politica dei dividendi: accumulazione
- Vanguard FTSE All-World UCITS ETF (USD) Accumulating – VWCE
- costo di gestione: 0,22%
- replica fisica con campionamento ottimizzato
- patrimonio: 4.658 milioni di euro
- volatilità: 14,93%
- data quotazione: 2019
- politica dei dividendi: accumulazione
- iShares Core Global Aggregate Bond UCITS ETF EUR Hedged (Acc) – AGGH
- costo di gestione: 0,10%
- replica fisica con campionamento
- patrimonio: 1.496 milioni di euro
- volatilità: 7,04%
- data quotazione: 2017
- politica dei dividendi: accumulazione
- Invesco Bloomberg Commodity UCITS ETF (Acc) – CMOD
- costo di gestione: 0,19%
- sintetica
- patrimonio: 2017 milioni di euro
- volatilità: 20,85%
- data quotazione: 2017
- politica dei dividendi: accumulazione
- SPDR Dow Jones Global Real Estate UCITS ETF – GLRE
- costo di gestione: 0,40%
- replica fisica con campionamento
- patrimonio: 218 milioni di euro
- volatilità: 16,12%
- data quotazione: 2012
- politica dei dividendi: distribuzione
E tu investi già nel Ivy Portfolio? Scrivilo qui sotto nei commenti e leggi l’articolo “David SWENSEN Portfolio per l’ITALIA” su SuitUpBlog 🙂
Articolo redatto dal consulente digitale Leonardo Papaveri!