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Come può una figura fantastica come l’unicorno, rappresentare progetti emergenti come le start-up? Vediamo insieme! 

1) La definizione


Nel suo significato finanziario il termine “unicorno” è stato reso popolare dalla venture capitalist Aileen Lee, fondatrice di Cowboy Ventures, che lo utilizzo in riferimento a quelle startup private con almeno 1 miliardo di dollari di valutazione nel suo articolo “Welcome to the unicorn club”.

 La valutazione miliardaria degli unicorni viene fatta e coniata da venture capitalist e investitori che hanno partecipato ai vari round di finanziamento di tali società, tuttavia non è strettamente correlata alla loro effettiva performance finanziaria, quindi utili e profitti o ad altri dati fondamentali. Poiché tutti gli unicorni sono startup, il loro valore si basa principalmente sul loro potenziale, sulla prospettiva di crescita e sviluppo previsto nel futuro anche se la difficoltà è alta per raggiungere tale traguardo per cui in media ci si impiega sette anni con una percentuale di successo davvero bassa. L’esplosione di questo fenomeno però, nell’ultimo decennio, ha rivisto queste stime e portato un altro livello di controversie tra gli esperti: una buona parte del settore sostiene che questo fenomeno sia frutto del progresso tecnologico, dell’utilizzo dei social, di Internet e di vari strumenti collegati al mondo digitale. Dall’altra parte c’è chi sostiene che questa sia soltanto una bolla pronta a far cadere l’intero ecosistema startup.

Esempi lampanti di quelli che ormai sono ex unicorni e attuali macchine economiche e sociali sono Airbnb, Stripe, Canva, Epicgames (per intenderci diciamo Fortnite) e forse la più colossale, un unicorno che non sapeva di esserlo, Facebook. Proprio per questo, a livello generazionale, si potrebbe dire che i primi unicorni sono stati addirittura fondati a partire dagli anni ’90, dai quali possiamo immergersi in questo mondo fantastico con creature ancora più mitologiche: il “super unicorno”, questa definizione si attribuisce a società con una valutazione da almeno cento miliardi di dollari, che in gergo assume il nome di “hectocorn”, considerata la seconda evoluzione dopo il decacorn dei dieci miliardi, rappresentato in primis da Google.

biggest startup

2) I settori e la tendenza geografica

 
A guidare la classifica degli unicorni con più di un quarto di questi è:

  • il settore fintech (20,4%) nel quale ritroviamo per esempio Stripe e Revolut
  • Seconda posizione per software e servizi Internet come Canva (17,8%)
  • Al terzo posto vi sono startup di e-commerce (10,9%)  
  • Infine, troviamo il settore dedito all’intelligenza artificiale (7,8%)

La tendenza delle startup nel 2021 ha visto un incremento enorme, infatti nel 2020 solo 109 startup hanno fatto il “salto” di un miliardo di dollari, mentre nel 2021 sono 457 le startup ad essere entrate nel ”club dell’unicorno” mondiale che comprende complessivamente 917 società. Come ci si poteva aspettare oltre 50% degli unicorni risiede negli Stati Uniti e Cina, più precisamente sono gli Stati Uniti ospitano il 50%, la Cina quasi il 20%. Ultimo gradino del podio per l’India con un infimo 5%. È il Regno Unito a guidare i paesi europei con il 4% di start-up unicorno a livello mondiale, con circa 36 società capitanate appunto da Revolut che ha un valoro complessivo di oltre 33 miliardi di dollari.

In Europa seguono Francia e Germania con 22 società, mentre Spagna, e Olanda non ospitano attualmente alcun unicorno; cosa diversa per l’Italia che entra di diritto in questa “rinomata” classifica grazie a Scalapay, società fintech attiva nel “Buy Now Pay Later” essendo il primo unicorno italiano.

3) La classifica


Stilando una graduatoria per valutazione in miliardi di dollari, l’unicorno più grande è Bytedance con i suoi 140 miliardi di valutazione attuale, forse il nome non ti dice niente, ma possiamo rappresentarlo come la sua app più famosa: TikTok. Al secondo posto troviamo una delle creature di Elon Musk, fondata nel 2002 e che ha come obiettivo l’approdo alla colonizzazione di Marte con i suoi raggi capaci di andare in orbita, tornare indietro e “parcheggiare”: SpaceX. Ultimo gradino del podio ancora per gli Stati Uniti e riservato alla rappresentante del fintech: Stripe. Questa startup permette a privati ed aziende di inviare e ricevere pagamenti via internet, indipendentemente che il servizio sia integrato in un sito, in un marketplace, in una app o su una piattaforma.

work hard
Negli ultimi anni però, come già fatto anche Revolut, un altro fenomeno correlato alle start-up si sta espandendo, ovvero le transizioni con criptovalute, cripto wallet, acquisto e vendita di crypto e società come Coinbase, Binance e su tutte Crypto.com crescono velocemente e presto arriveranno ordini esecutivi e governativi riguardanti le criptovalute che potranno limitare o espandere ulteriormente tale fenomeno. Che siano le prossime società unicorno?

4) In Italia?


Dopo aver raccolto ben 155 milioni di dollari in un round guidato da Tiger Global durante settembre 2021, il soprannome Unicorno per la piattaforma buy-now-pay-later Scalapay stava arrivando, mancava poco affinché rivendicasse il titolo di prima startup italiana con una valutazione di oltre 1 miliardo di dollari. L’azienda milanese ha raggiunto questo incredibile traguardo quando ha annunciato un nuovo round di raccolta per 497 milioni di dollari (213 milioni di dollari in equity e 284 milioni di dollari in debito) aggiunti alle casse. In totale, l’azienda ha raccolto ben 1.197.000 dollari. La fama di Scalapay cresce, tanto che i rivenditori partner tra cui Decathlon, Moschino, Nike ma anche Pandora, riportano un aumento delle dimensioni medie del paniere del 48% e un aumento complessivo della conversione alla cassa fino all’11%.

Tuttavia, la situazione italiana desta preoccupazione, dato che siamo uno dei paesi che investe meno denaro, servizi e tempo per le startup e in generale per i giovani. Parla da sola la differenza con le big europee, 36 startup in Uk vs 1 sola in Italia, 22 della Germania o della Francia vs 1 sola in Italia. Mentre molti paesi aiutano, finanziano e stimolano la crescita e le iniziative di questo tipo, tanti altri paesi sono invece considerati “conservatori” come appunto la nostra penisola. Ma quel è la giusta direzione? Sono davvero una bolla queste startup? O invece sono la voce dell’intelligenza e della creatività delle nuove generazioni?


Dicci la tua nei commenti qui sotto e leggi l’articolo “Le 5 StartUp Europee più Innovative” su SuitUpBlog 🙂
Articolo in collaborazione con LeoFinance, solida community con un solo obiettivo: aumentare l’educazione finanziari in Italia!

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