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Il cloud computing è una delle principali tecnologie 4.0 attraverso la quale è possibile risparmiare tempo e risorse. Scopriamo il suo funzionamento e chi detiene il miglior servizio.

1) Cos’è il Cloud Computing?


Il Cloud Computing o l’elaborazione in cloud, può essere definito come “una serie di tecnologie che permettono di elaborare, archiviare e memorizzare dati grazie all’utilizzo di risorse hardware e software distribuite nella rete”. I servizi di cloud computing, si concentrano principalmente sul sincronizzare tutti i propri file d’interesse in un unico luogo (cloud=nuvola), con il conseguente vantaggio di scaricarli nuovamente, modificarli, cancellarli e/o aggiornarli, senza avere il bisogno di portare con sé hard disk esterni, pen drive USB, o qualsiasi altro dispositivo hardware, facilmente smarribile e con capacità di memorizzazione limitate. Questi servizi infatti distribuiscono i dati degli utenti su un gran numero di dischi, fisici e virtuali, sparsi su più server remoti contemporaneamente: in tal modo, si fornisce velocità d’accesso (selezionando il server più vicino, a seconda della posizione), integrità dei dati (al verificarsi di un malfunzionamento hardware, ci sono sempre altri server che hanno in replica gli stessi dati) e sicurezza (gli ambienti cloud, in genere, sono protetti da sofisticati meccanismi di protezione distribuiti). Oltre a questi aspetti, si ha anche la possibilità di fare delle copie di backup, nonché di condividere tutti i propri file con chi si desidera, con indubbi vantaggi in termini di tempo e praticità. Il cloud computing rende facile l’accesso a milioni di dati e reti su internet senza doverli gestire direttamente.

storage

In quest’ambito, sono estremamente noti i servizi di cloud storage, cioè quelli che mettono a disposizione dello spazio sulla rete per salvare copie di backup dei propri file. Esse, una volta archiviate, possono essere visualizzate da una vasta gamma di dispositivi (PC, smartphone e tablet, ad esempio, ma anche Smart TV e altri dispositivi) previa navigazione da browser o installazione di software specifici. Il cloud computing può essere utilizzato da individui e aziende per accedere e memorizzare informazioni così da renderle disponibili ovunque da un dispositivo compatibile invece di farle memorizzare localmente. Questo fenomeno sta guadagnando trazione come soluzione per tutte le forme di imprese che hanno bisogno di memorizzare grandi moli di dati senza doverli gestire direttamente. In tal senso, questa tecnologia ha iniziato a svilupparsi una decina di anni fa, ma sta di fatto rivoluzionando molti comportamenti delle aziende, sia delle più grandi che delle PMI. Complessivamente il mercato del cloud in Italia raggiunge il valore di 3,34 miliardi. All’incremento di utilizzo di questa tecnologia ha certamente contribuito la fase di emergenza sanitaria del 2019-2020 che ha fatto crescere al 42% l’adozione del cloud nelle PMI da una media precedente anno su anno del 30%. Per scoprire tutti i benefici e i limiti di questa nuova tecnologia, il team Suitup vi consiglia di approfondire in quest’articolo.

2) Il funzionamento del Cloud Computing


Il cosiddetto “cloud”, non è altro che la tecnica che permette di usare una serie di computer, sparsi in varie parti del mondo, che lavorano insieme al fine di effettuare operazioni comuni di vario genere, le quali possono richiedere uno spazio di archiviazione o una potenza di elaborazione non ottenibile da una postazione singola. Utilizzando vari tipi di unità di elaborazione (CPU), memorie di massa fisse o mobili come RAM, dischi rigidi interni o esterni, CD/DVD, chiavi USB; un computer usato da un fornitore detto “cloud provider” è in grado di elaborare, archiviare e recuperare programmi e dati. Nel caso di computer collegati in rete locale (LAN) o geografica (WAN), la possibilità di elaborazione/archiviazione/recupero può essere estesa ad altri computer e dispositivi remoti dislocati sulla rete stessa. Sfruttando la tecnologia del cloud gli utenti collegati al fornitore possono svolgere tutte queste mansioni tramite il web.

I servizi che possono essere erogati dai fornitori del cloud, sfruttando infrastrutture di vario genere, sono principalmente di 3 tipologie:

servizi cloud

  • SaaS (Software as a Service): servizio cloud con il quale i consumatori possono accedere ad applicazioni software tramite Internet. Può essere considerato più un servizio a noleggio che un abbonamento. Il cliente finale utilizza il servizio configurato dal cliente amministratore;
  • PaaS (Platform as a Service): fornisce agli sviluppatori una piattaforma per costruire applicazioni e servizi su Internet; i servizi vengono ospitati su cloud e gli utenti vi accedono con facilità tramite il proprio browser. Quindi, il fornitore di questa tipologia di servizio espone delle interfacce per elencare e gestire i propri servizi. Il cliente amministratore utilizza tali interfacce per selezionare il servizio richiesto (per esempio un server virtuale completo oppure solo per archiviazione) e per amministrarlo (configurazione, attivazione, disattivazione). Tale servizio è tipico di Amazon Web Services o Microsoft Azure o Oracle PaaS;
  • IaaS (Infrastructure as a Service): consiste in un hardware virtuale che include uno spazio su server, connessioni di rete, una larghezza di banda, indirizzi IP. Fisicamente, il gruppo di risorse hardware viene estratto da una moltitudine di server solitamente distribuiti presso numerosi Data Centre, la cui manutenzione è responsabilità del provider del cloud.

Per quanto riguarda, invece, la distribuzione dei servizi di cloud computing, esistono 3 modelli, divisi in:

  • Cloud Privato: un cloud è privato quando altri utenti sono ospitati nel proprio data center o intranet. Si possiede, si gestisce e si aggiorna il proprio ecosistema cloud di server, reti, software o risorse della piattaforma. Il tutto è protetto con un proprio firewall e soluzioni di sicurezza. Quindi tutti i servizi sono in mano ad un’unica azienda, e non sono condivisi con altre realtà. Alle volte può capitare che chi possiede un cloud privato paghi delle società terze per ospitare i propri server, ma la Rete resta privata e protetta. A livello di sicurezza è una soluzione ottimale, ma è molto più costosa rispetto al cloud pubblico;
  • Cloud Pubblico: un cloud è pubblico quando il provider fornisce l’accesso all’infrastruttura del proprio data center. Il provider è responsabile della gestione, manutenzione, sicurezza e degli aggiornamenti. Meno costosa ma con lo svantaggio in ambito di sicurezza;
  • Cloud Ibrido: un cloud è ibrido quando si sceglie di utilizzare un mix di soluzioni cloud pubbliche e private. L’utente è responsabile della gestione dell’interazione tra i due servizi, in particolare della sicurezza del passaggio dei dati tra configurazioni di cloud pubblico e privato. Si tratta di un sistema molto flessibile, consigliato alle aziende dinamiche e che hanno bisogno di varie opzioni di distribuzione.

Quest’ultima possibilità, secondo Gartner,  viene definito come il “futuro del cloud”. La crescita del modello di “Hybrid cloud” conferma come le architetture cloud continuino ad essere considerate un elemento fondamentale per il raggiungimento di una maggiore efficacia nella gestione degli ambienti IT che sono sempre più flessibili.

3) Possibili rischi del Cloud


Anche se il cloud computing rappresenta il futuro dei dati, ha ancora i suoi problemi
. Alcune aziende hanno lamentato la mancanza di sicurezza su questi dati che potrebbe condurre a una violazione della privacy e nel caso di qualsiasi malfunzionamento, potrebbe essere difficile proteggere i propri dati nel cloud. Tali aspetti potrebbero rimanere ignoti agli utenti finali poiché, per loro natura, richiederebbero conoscenze di tipo informatico di livello avanzato. I sistemi di cloud computing vengono criticati principalmente per l’esposizione degli utenti ai seguenti rischi:

informatica

  1. Sicurezza informatica e privacy degli utenti: utilizzare un servizio di cloud computing per memorizzare dati personali o sensibili, espone l’utente a potenziali problemi di violazione della privacy. I dati personali vengono memorizzati nelle “Server Farms” di aziende che spesso risiedono in uno Stato diverso da quello dell’utente. Il cloud provider, in caso di comportamento scorretto o malevolo, potrebbe accedere ai dati personali per eseguire ricerche di mercato e profilazione degli utenti. Problema che aziende come Cubbit non hanno, infatti i file sono memorizzati in assoluta privacy, difficilmente si effettueranno condivisioni con terze parti dal momento che nessuno, nemmeno il cloud stesso, può vedere ciò che si è memorizzato. Leggete il prossimo paragrafo per sapere quali sono i migliori cloud in circolazione;
  2. Problemi internazionali di tipo economico e politico: possono verificarsi quando dati pubblici sono raccolti e conservati in archivi privati, situati in un paese diverso da quelli degli utenti della “nuvola”. Produzioni cruciali e di carattere intellettuale insieme a una grande quantità di informazioni personali sono memorizzate crescentemente in forma di dati digitali in archivi privati centralizzati e parzialmente accessibili. Nessuna garanzia viene data agli utenti per un libero accesso futuro.

4) I migliori Cloud in circolazione gratis (e non)


Il modello di business delle aziende fornitrici di cloud computing è di 2 tipologie: si parla di “Freemium” nel caso in cui il fornitore tende ad offrire un servizio di partenza a costo zero per stabilire un primo contatto diretto con il cliente, tuttavia il servizio di base è composto da varie limitazioni (limiti di archiviazioni, componenti aggiuntivi, esperienza utente senza pubblicità) che possono essere sbloccate solamente passando al livello avanzato (a pagamento). Tale modello è molto sfruttato da chi non ha grandi pretese di memorizzazione dei dati. Al contrario, il modello “pay per use” consente di pagare il servizio di cloud in base al suo effettivo utilizzo in termini di memoria utilizzata, il che risulta essere molto più comune e utile per PMI e grandi imprese che hanno la necessità di archiviare grandi molti di dati. Nel panorama attuale, i migliori cloud in circolazione sono:

  1. Cubbit: uno dei migliori innovativi cloud emergenti “made in Italy” distribuito ed alimentato dagli utenti, infatti quest’ultimi formano uno spazio di archiviazione collaborativo dando vita ad un cloud privato, sicuro e sostenibile. Si può accedere ai propri file da qualsiasi luogo e dispositivo. L’infrastruttura di Cubbit ruota attorno a tre attori: l’utente, lo Swarm e il coordinatore
    • L’utente accede al cloud direttamente tramite il dispositivo che ha scelto (computer, telefono e tablet);
    • Lo “Swarm” è composto da una rete distribuita, P2P di “celle” Cubbit, in cui vengono memorizzati tutti i dati e le informazioni di interesse;
    • Il coordinatore é una suite di algoritmi di apprendimento automatico che ottimizza la distribuzione del carico dei dati sulla rete, occupandosi anche della sicurezza e dei metadati.

    I principali vantaggi del cloud Cubbit si possono racchiudere nei seguenti punti:

    • Architettura organizzativa innovativa: stiamo parlando di “Zero knowledge cloud storage”, in maniera semplificata, Cubbit utilizza un’architettura “distribuita” per garantire ai file memorizzati il 100% di protezione e aiutare a salvare il nostro pianeta. Infatti non ha un centro dati primario (data center), per questa ragione si parla di “zero knowledge”, piuttosto ad ogni utente viene consegnata una “cella” e la somma di tutte le celle di tutto il mondo formano la grande rete Cubbit. Dunque, stiamo parlando di un vero e proprio network di celle, per questo motivo tale soluzione viene definita come architettura “distribuita”;
    • Più ecologico degli altri provider: cubbit riesce a ridurre il consumo di energia elettrica dedicato ai server grazie alla loro decentralizzazione, infatti, i server tradizionali usano data-center che producono molto CO2 ogni anno. L’architettura distribuita di Cubbit non ha bisogno di data-center per archiviare e trasferire i file; il che significa minore produzione di CO2 e risparmio dei costi;
    • Efficace sistema di privacy e sicurezza: la maggior parte dei fornitori di cloud hanno accesso ai file dei loro clienti e se desiderano hanno la capacità e la possibilità di utilizzare tali dati per scopi di marketing. Con Cubbit, la privacy totale del cloud storage è uno standard, non un premium. I file sono sempre conservati in assoluta sicurezza e i contenuti non possono essere condivisi o sfruttati proprio per la tecnologia utilizzata. Infatti ogni file caricato su Cubbit è criptato con i più avanzati algoritmi – AES-256 – e successivamente scomposto in dozzine di pezzi cosicché nessuno, nemmeno Cubbit, può vedere ciò che si è memorizzato;
    • Pagamento di tipo “one shot payment”: cubbit viene acquistato una volta (senza abbonamento) e sarà disponibile per sempre. Tutto ciò è contrario al modello di business di tutti gli altri fornitori di cloud descritto sopra, ma è un grande punto di forza per questa tipologia di servizio. Oggi giorno con l’evoluzione del mondo digitale il servizio di clouding ha acquisito un’importanza quasi fondamentale e proprio per questa ragione molte aziende tendono ad approfittarne. Cubbit invece, è consapevole dell’utilità di questo servizio ed è per questo che lo ha reso “one shot payment” per andare incontro alle esigenze dei suoi clienti;

    Cloud market

  1. Amazon web service (AWS): essendosi affermato come leader nel mercato dell’infrastruttura cloud, Amazon Web Services (AWS), risulta essere la più redditizia piattaforma cloud tra i rivenditori online. Secondo le stime di Synergy Research Group, la quota di mercato di Amazon nel mercato mondiale delle infrastrutture cloud ammontava al 32% nel quarto trimestre del 2020, superando di fatto le quote di mercato possedute e combinate dei suoi due maggiori concorrenti, Microsoft (20%) e Google (9%). Il servizio di storage di Amazon (Amazon Drive) prevede uno spazio di archiviazione gratuito all’iscrizione dell’utente di 5 GB per file, foto e video, mentre per quanto riguarda i piani a pagamento: – 100 GB a €19,99; 1 TB a €99,99; 2 TB a €199,98. Il principale vantaggio legato al famoso cloud di Amazon è quello di poter usufruire di uno spazio archiviazione illimitato per le foto ad alta definizione anche in caso di abbonamento ad Amazon Prime, mentre il principale svantaggio è legato al costo abbastanza elevato dei servizi a pagamento rispetto ai competitors;
  2. Microsoft Azure: comunemente chiamato Azure, è un servizio di cloud computing creato da Microsoft per costruire, testare, distribuire e gestire applicazioni e servizi attraverso data center gestiti da Microsoft. Fornisce servizi SaaS, PaaS e IaaS e supporta molti diversi linguaggi di programmazione, strumenti e framework, inclusi software e sistemi sia specifici di Microsoft che di terze parti. Azure è uno dei più grandi fornitori commerciali di cloud al mondo, anche grazie al “potere di dominanza di Office 365 Commercial e Microsoft 365”. Azure offre vasta gamma di prezzi sulla base delle diverse esigenze del cliente che variano da servizio a servizio, partendo da €0,00069/GB al mese per il servizio di archiviazione BLOB (per documenti, video, immagini, testo) ai €1,30 al mese per il servizio Managed Disks (per la distribuzione di macchine virtuali semplice e scalabile). Si rimanda al sito ufficiale per approfondimenti maggiori. Il principale punto di forza del servizio targato Microsoft è la sua alta qualità di performance e il costo contenuto. Ottimo rapporto qualità prezzo;
  3. Google Cloud: consiste in un insieme di risorse fisiche, come computer e hard disk, e risorse virtuali, come le macchine virtuali (VM), che sono contenute nei data center di Google sparse in tutto il mondo. Il servizio di storage di Google (Google Drive) prevede uno spazio di archiviazione gratuito di 15 GB per utente dove verranno conservati e sincronizzati i file salvati in Drive, Gmail e Photo. Inoltre, per ciascun contenuto è previsto un regolare backup automatico. Nel caso si ritengano insufficienti i 15 GB offerti, è necessario effettuare l’upgrade a Google One, la versione a pagamento di Drive che si compone di tre piani: – 100 GB a €1.99/mese; – 200 GB a € 2.99/mese; – 2 TB a €9,99. Il costo basso dei vari piani a pagamento risultano molto attrattivi per il pubblico, mentre il principale contro deriva dal fatto che per la versione desktop il drive potrebbe riscontrare dei rallentamenti;
  4. Alibaba Cloud: consiste in servizi di cloud computing principalmente per le imprese online e per l’ecosistema di e-commerce di Alibaba. Mentre la sua società madre ha sede a Hangzhou, in Cina, le sue operazioni internazionali sono registrate e hanno sede nella città-stato di Singapore. Offre servizi cloud che comprendono Elastic Compute, Data Storage, database relazionali, Big-Data Processing, protezione Anti-DDoS e Content Delivery Networks (CDN). Le politiche di prezzo di Alibaba sono abbastanza “friendly”. In questo caso esistono sconti speciali per gli abbonamenti (uno dei principali punti di forza che lo differenziano dagli altri players), ma in alternativa si potrà anche scegliere di pagare solo per i servizi che si stanno utilizzando. Per saperne di più e ottenere un calcolo adeguato dei costi al consumo si rimanda all’apposita pagina;

Dunque, riassumendo andiamo a vedere in cosa eccedono i leader di questo mercato:

Calcolo: AWS offre Elastic Compute Cloud (EC2) che gestisce tutti i servizi di calcolo gestendo macchine virtuali che hanno impostazioni preconfigurate e possono anche essere configurate dagli utenti come richiesto. D’altra parte, Azure offre macchine virtuali e set di scale di macchine virtuali mentre GCP fornisce il Google Compute Engine (GCE) che svolge le stesse funzioni.

Storage: Amazon S3 (Simple Storage Service) è la migliore opzione per lo stoccaggio con un’ampia documentazione, una tecnologia provata e testata con un adeguato supporto della comunità. Anche Microsoft Azure Storage e Google Cloud Storage offrono servizi di storage affidabili, ma non completi come AWS.

Database: Strumenti multipli e opzioni di servizio riguardanti i database sono offerti da tutti i principali fornitori di servizi. Amazon’s Relational Database Service (RDS) supporta i principali database come Oracle e PostgreSQL e gestisce tutto, dall’aggiornamento al patching. Azure SQL database offre funzioni di gestione di database SQL per Azure, mentre è Cloud SQL per GCP.

Posizione: AWS, Azure e GCP offrono una grande copertura in tutto il mondo e assicurano il picco delle prestazioni delle applicazioni avendo il minor percorso possibile per la base di clienti prevista. Mentre Amazon ha 77 zone di disponibilità, Azure è presente in più di 60 regioni e Google in 33 paesi, con nuove regioni che vengono aggiunte regolarmente.

Tutti i fornitori sopra citati offrono livelli introduttivi gratuiti, permettendo ai clienti di provare i loro servizi prima di acquistarli, e tipicamente offrono crediti per attrarre startup innovative sulle loro piattaforme, così come livelli “sempre gratuiti” con limiti d’uso rigorosi. 

E voi cosa ne pensate sul cloud computing? È un’ottima risorsa per la trasformazione digitale? Dicci la tua nei commenti qui sotto e leggi l’articolo “CUBBIT: Cloud Storage Innovativo” su SuitUpBlog 🙂
Articolo redatto in collaborazione con l’amico Massimo Churchill Ogiugo

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