Condividi!

Un forte sviluppo di TikTok e più in generale dei social media asiatici nel mercato occidentale, potrebbe far sorgere una vera e propria guerra tra i big del mondo tech USA e della Cina. Cerchiamo di individuare i principali risvolti politici-economici.


Indice dei contenuti:

  1. Potrebbe crearsi una guerra social tra i giganti tech statunitensi e cinesi?
  2. Come si risolverà la rivalità tra WeChat e WhatsApp?
  3. Come vengono trattati i dati personali dei cittadini orientali e di quelli occidentali?

USA vs CIna

1) Potrebbe crearsi una guerra social tra i giganti tech statunitensi e cinesi?


Assolutamente sì
. Uno dei principali fattori per cui gli Stati Uniti non sono ben predisposti alla diffusione di Tik Tok sul suolo americano è proprio questo. I tech giants sono senza dubbio in controllo del mercato del social media in gran parte del mondo e questo li pone in una posizione di vantaggio nella gestione del traffico dati e informazioni che gli utenti spontaneamente forniscono ogni giorno.

Ad esempio, quante volte ti è capitato di entrare su una qualunque pagina Facebook di vestiti alla ricerca di un’offerta per poi essere bombardato da offerte simili? La risposta è probabilmente molte. Questo succede non perché i dati siano direttamente trasmessi o venduti da Google a Facebook, ma perché Facebook, tramite il software “Pixel” è in grado di tracciare i movimenti e i siti web a cui un utente è interessato. Non andremo nel dettaglio sul funzionamento di Facebook Pixel in questo articolo, ma per il momento è sufficiente sapere che questo software è utile per targetizzare le ads e quindi, per raccogliere informazioni specifiche sugli interessi degli utenti. 

Dunque, solo per un momento provate ad immaginare i possibili risvolti di un trasferimento di dati personali degli utenti dalle aziende della Silicon Valley a quella di Pechino. Bhè, direi che i risvolti potrebbero essere molteplici, ma ciò che è certo è che i nostri dati non sono al sicuro nè ora (in mano agli americani) nè poi (in mano ai cinesi). Entrambe le fazioni vogliono la medesima cosa: custodire gelosamente i nostri dati personali!
L’analisi di alcune statistiche ci può aiutare a comprendere meglio come mai il possesso dei dati è oggi paragonabile alla presenza di pozzi di petrolio inesauribili per le imprese. Secondo “statista”, l’utente medio trascorre circa 144 minuti al giorno solamente sui social media, senza considerare le altre app o l’utilizzo dei vari motori di ricerca. Quindi, considerando che qualunque movimento effettuato dagli utenti è registrato da questi avanzatissimi software su cui si basano i social moderni; le aziende come Facebook raccolgono ogni giorno circa 4 petabytes di dati, registrano 100 milioni di visualizzazioni di video al giorno ecc.

Adesso immaginati che tutti questi dati sono gestiti come delle preferenze di ciò che probabilmente noi utenti potremmo comprare o a cui siamo interessati. Chi non vorrebbe essere in possesso di informazioni così importanti da poter ottenere un vantaggio competitivo di tale portata?
Tutto ciò per dire che, venire a conoscenza di cosa le persone vogliono è il modo più semplice e immediato per manipolarle, che sia per vendere prodotti/servizi o per vincere un’elezione politica.

2) Come si risolverà la rivalità tra WeChat e WhatsApp?


Come esempio di rivalità presente e futura tra i principali big tech è bene analizzare la piattaforma di messaggistica più utilizzata in Italia e negli USA, cioè WhatsApp, e confrontarla con quella che governa il mercato cinese ormai da anni, cioè WeChat.

wechat vs whatsapp

Fermo restando che WeChat è già scaricabile negli app stores di quasi tutto il mondo, ma al momento non ha ancora preso piede in occidente, se per ipotesi la società Tencent (che possiede l’app) decidesse di espandersi fortemente in occidente con sussidi da parte del governo cinese e quindi budget quasi illimitato, come potrebbero svilupparsi le cose?

Per cominciare, WeChat è una piattaforma comprensiva di molti servizi, tra i più noti e importanti vi è senza alcun dubbio quello dei pagamenti istantanei che permettono a milioni di cinesi di lasciare in casa il proprio portafoglio e pagare perfino al mercato tramite Smartphone. In Italia non siamo ancora arrivati a questo punto, per questo motivo WhatsApp risulta essere ancora sufficiente per soddisfare gli utenti italiani con un servizio di messaggistica affidabile e semplice da usare. Rivolgendo per un attimo lo sguardo tra 10 anni, l’approccio degli utenti alla tecnologia potrebbe essere molto diverso di come lo percepiamo oggi. Considerando il fatto che sempre più persone si stanno avvicinando a prodotti smart e stanno abbracciando la digitalizzazione con entusiasmo, è probabile che la direzione sia sempre meno cash e sempre più digital anche nel vecchio continente.
In queste circostanze, WeChat avrebbe un vantaggio competitivo rispetto al competitor americano piuttosto grande: avere un sistema di pagamento estremamente flessibile usato già da più di un milione di utenti l’anno.
Per comprendere fino in fondo le reali potenzialità dei due social di messaggistica si riporta di seguito una tabella riassuntiva dalla quale si evince immediatamente la grande competitività della piattaforma cinese:

compare whatsapp vs wechat

A questo punto il rompicapo rimane sempre lo stesso: per quanto ancora le big tech americane riusciranno a stare al passo con quelle cinesi? Di questo passo sembra che il tempo della prosperità illimitata in campo digitale stia per terminare per le imprese americane!

3) Come vengono trattati i dati personali dei cittadini orientali e di quelli occidentali?


Il governo cinese non è certo celebre per l’attuazione di politiche distensive o poco restrittive in merito al trattamento dei dati personali
, basti pensare ad un semplice esempio: in Cina tutti i semafori sono dotati di telecamere su più fronti con sensori molto avanzati di “face-recognition” ed ogni volta che una persona commette un’infrazione, viene registrata e vengono decurtati dei punti dalla “scheda profilo” del soggetto in questione; tolta una certa quantità di punti, il cittadino viene sanzionato gravemente.

cam

A questo punto la vera domanda è: vogliamo davvero che i nostri dati finiscano in mano ad un potere così oppressivo? Di certo non è che Facebook si sia sempre comportato in maniera perfetta, basti pensare allo scandalo di Cambridge Analytica (per approfondire clicca qui), almeno però in quella circostanza la giustizia statunitense ha fatto il suo dovere (con tempistiche discutibili). Nel caso in cui i nostri dati andassero nelle mani delle big tech asiatiche di fatto: chi monitorerebbe le azioni del governo cinese? La risposta viene da sè, nessuno, o meglio il governo stesso.

Al giorno d’oggi, dunque, le nuove tecnologie stanno riducendo sempre di più la nostra privacy e la cosa peggiore è che molto spesso noi non ce ne rendiamo conto. Aziende come Google sono costantemente alla ricerca di nuovi dati che molto ingenuamente noi le forniamo in modo più o meno consapevole. Ad esempio, tutte le informazioni che condividiamo sui nostri social media preferiti (Facebook, Instagram, YouTube ecc.) vengono registrati ed utilizzati dalle aziende per le loro campagne pubblicitarie e noi tutti siamo perfettamente consapevoli di questo meccanismo; ma ciò di cui noi non siamo a conoscenza è il fatto che siamo continuamente monitorati, osservati e registrati anche durante la nostra vita quotidiana (al di fuori dei social media). Un chiaro esempio di tutto ciò è il fatto che Google registra le nostre conversazioni in modo automatico. 

Naturalmente questo aspetto rappresenta una chiara violazione della privacy alla quale noi tutti andiamo incontro ogni giorno. Pensate che ci sia bisogno di una legge uniforme condivisa da tutto il mondo per l’utilizzo dei dati? A chi preferiresti affidare le tue informazioni personali se fossi in grado di scegliere?


Dicci la tua nei commenti qui sotto e leggi di seguito l’articolo “Sogno Americano: La fine di un mito?” su SuitUpBlog 🙂

Condividi!